L’antica città di Abakainon (indicata con diverse denominazioni fra cui Abacena, Abaceno, Abacano) sorgeva nel cuore dei Nebrodi. fra le attuali Tripi e Novara di Sicilia. Originariamente sicula, fu successivamente ellenizzata e poi romanizzata. I primissimi insediamenti risalgono al paleolitico superiore (arca 18.000 anni a.C.). L’abitato si sviluppò sempre più nel corso dei secoli, passando, progressivamente, dal primo aggregato preistorico alla vera e propria città, eretta verso il 1.100 a.C. Nell’età del ferro, la popolazione indigena era composta soprattutto da contadini e piccoli artigiani. Agli inizi della colonizzazione greca (Vili sec.a.C.). gli Abacenini cercarono di mantenere buoni rapporti con i dominatori, instaurando scambi commerciali e barattando i loro prodotti con ceramiche, utensili, gioielli e altri manufatti; tale equilibrio, però, era destinato a rompersi a causa della politica dispotica dei Greci. Vessati da dazi e da ogni genere di imposizione, gli abitanti di Abakainon aderirono alla rivolta di Ducezio contro Dionigi I (V secolo a.C.). Dopo la sconfitta subita dal principe siculo, la città si alleò con Cartagine in un estremo tentativo di resistenza, ma fu inutile: il tiranno di Siracusa ebbe nuovamente la meglio ed espropriò Abakainon di gran parte del suo territorio per fondare la cittadina di Tindari (396 […]
A poca distanza dall’attuale centro abitato di Tripi. in contrada Cardusa è stata portata alla luce una parte della necropoli dell’antica Abakainon che, per la bellezza e la finezza architettonica dei monumenti funebri sormontati da una stele ’Epitymbion’ di forma rettangolare (segnacoli tombali, in pietra arenaria, posizionati sopra le sepolture) e per la preziosità dei reperti rinvenuti nelle tombe, è stata definita dagli archeologi come il luogo di sepoltura riservato agli antichi cittadini più facoltosi della città. I rinvenimenti effettuati hanno permesso agli archeologi di conoscere alcuni aspetti della vita rituale-funeraria della città siculo-ellenistica, qui si possono riscontrare in lutto un’ottantina di sepolcri oltre ad una serie di colonne scanalate in pietra locale, databili tra la fine del IV e l’inizio del II secolo a.C. Gli abitanti di Abakainon utilizzavano sia l’inumazione che l’incinerazione. Il corpo o fuma venivano riposti nella tomba scavata nella terra e. in alcuni casi, la fossa era delimitala da lastroni di pietra. Questa veniva sigillata generalmente da grossi blocchi di pietra sui quali andava posizionalo un ulteriore blocco o dado di pietra di minori dimensioni, porta-stele a decorazioni modanate dove, a sua volta, si innestava la stele litica vera e propria. Sul blocco porta-stele si […]
Nell’abitato della frazione Casale, spicca la Chiesa del Rosario, già dedicata al patrono San Teodoro, risalente ad epoca rinascimentale. Essa è caratterizzata da una semplice facciata a ordine unico, serrata tra cantonali, impreziosita da un bel portale architravato ornato da una coppia di colonne corinzie e sovrastato da una finestra. L’uso dell’arenaria ha provocato la parziale erosione delle decorazioni, di buona mano, che completavano il portale. Rimane invece integro lo scudo marmoreo sulla porta raffigurante S. Teodoro a cavallo, a ricordo della originaria intitolazione al vecchio patrono. L’interno del tempio è a navata unica con abside quadrangolare affiancato da due absidiole a nicchia. Il tetto, opera di rifacimento, è a travi scoperte. Altari di epoche diverse sono disposti sulle pareti laterali. Il campanile dietro la chiesa presenta la data 1792. Di pregio anche il quadro della Madonna del Rosario, collocato al suo interno, opera di Giuseppe Bonfiglio datalo 1608.
Tra la frazione di Casale ed il centro di Tripi, lungo quello che era l’antico sentiero di accesso al paese, si trova la diruta chiesa dell’Annunziala. accanto alla quale sono evidenti i resti del cimitero ottocentesco. La chiesa presenta una facciata a ordine unico rinascimentale, piuttosto slanciala e serrala a sinistra da un potente cantonale per frenare la spinta verso valle; l’elegante portalino architravato, sormontato da una finestra rettangolare, risale probabilmente al Settecento, come sembrano dimostrare le graziose volute decorative, ma all’interno la caduta degli intonaci svela dettagli quali una finestra ad arco con sovrastante oculo di una più antica e semplice sistemazione; un campaniletto a vela è collocato al vertice. L’interno è a navata unica con altari laterali: un arco trionfale introduce al coro quadrangolare coperto a cupola. L’insieme della costruzione, fatti salvi pochi dettagli ornamentali rimaneggiati, risale chiaramente all’avanzato Cinquecento.
Isolato, sulla cima del versante a monte dell’abitato di Tripi. si trova il Castello medievale, ormai ridotto in completa rovina e difficilmente interpretabile nelle sue fasi costruttive e nella struttura. Esso occupa un pianoro irregolare e digradante ed è preceduto da una imponente cisterna circolare ubicala in apparenza subito fuori dal circuito murato. L’esame dei ruderi quasi informi, che ancora emergono, consente di individuare un robusto corpo rettangolare, con resti di cantonali in pietra e antiche aperture. Il rudere presenta tracce di divisioni interne, in almeno tre ambienti, e i buchi del solaio di un secondo livello completamente crollato cui si riferisce una finestra murata in antico. La costruzione poteva essere il mastio e certo non trova confronti per robustezza nei restanti ruderi. Il muro di anta, che chiude lo stretto e allungato terrazzo inferiore, ha forma rettilinea e presenta resti di merlature e feritoie, questo termina con una torretta circolare che difende il castello verso un ripido, ma pur sempre accessibile, pendio sul torrente Nova
La chiesa di San Vincenzo martire, nella parte alta del centro di Tripi, risulta profondamente alterata da un intervento di rifacimento ultimalo nel 1926 e volto a sanare i danni del sisma del 1908; la chiesa fu allora ricostruita nel corpo centrale, corrispondente alla navata principale, in cemento armato in modo da stabilizzare gli antichi muri perimetrali; la facciata fu ricostruita, o forse soltanto decorata, in stile eclettico e il campanile probabilmente abbassato. La chiesa prospetta su un sagrato con bella visuale panoramica: qui sono conservate le colonne originali in pietra della navata centrale, rimosse dopo il 1908 e sostituite da colonne in cemento. Il campanile presenta un primo ordine in blocchi di pietra con cornice datata 1791, il secondo ordine ancora in blocchi con grande monofora, il terzo ordine con una grande apertura e fatico con orologio. La parte superiore della costruzione deve probabilmente essere attribuita ai rifacimenti successivi al 1908. L’interno è a tre navate, divise da tozze colonne che reggono archi a pieno centro. L’arco trionfale immette nel transetto su cui si aprono tre absidi quadrangolari. L’altare maggiore è quasi interamente in legno, databile chiaramente al Settecento. Sono apprezzabili svariati ornamenti in marmi policromi ed intarsiati, che […]
comune di tripi
La produzione del vino nella Sicilia orientale è precedente alla colonizzazione greca e risale all’età del bronzo. Furono i greci però a introdurre per la prima volta nelI’VIII sec. a. C. nuove tecniche di coltivazione e nuove varietà di vitigni. In epoca romana i vini prodotti in Sicilia vennero esportali e apprezzati a Roma e in tutto il mediterraneo. Con l’invasione araba dell’827 d. C. si ebbe una riduzione della produzione del vino che si intensifico però durante il regno Normanno e Aragonese. In antichità, nel processo di vinificazione, dopo la vendemmia si procedeva alla fase di pigiatura che avvenire in palmenti rupestri. Questi solitamente sono costituiti da due vasche comunicanti tramite un foro, in quella superiore l’uva veniva versata, pigiata, lasciata riposare, e poi in quella inferiore si lasciava defluire il mosto per la fermentazione. Per la spremitura dell’uva poteva essere utilizzata una pressa, applicala nella vasca di pigiatura attraverso scanalature laterali. I palmenti dell’itinerario sono collocati in aree lontane dai centri urbani, là dove c’è la presenza di un banco roccioso di pietra arenaria, e sfruttano nella creazione delle vasche la pendenza naturale della roccia per favorire il deflusso del mosto. La datazione dei palmenti rupestri è quasi […]
palmenti rupresti tripi
Lunghezza : 2330 m Dislivello: -63/+79m Pendenza media : 15,6 % Pendenza max : 30 % Fondo stradale : sterrato Tempo di percorrenza : 40 min
Lunghezza : 1250 m Dislivello : 117 m Pendenza media : 9,4 % Pendenza max : 26 % Fondo stradale : sterrato Tempo di percorrenza : 20 min
Lunghezza : 680 m Dislivello : 112 m Pendenza media : 17,2 % Pendenza max : 26 % Fondo stradale : sterrato-selciato Tempo di percorrenza : 10 min
Lunghezza : 1904 m Dislivello : -79 / +134 m Pendenza media : 18,6 % Pendenza max : 36 % Fondo stradale : sterrato Tempo di percorrenza : 20 min
Lunghezza : 986 m Dislivello : 75 m Pendenza media : 7,5 % Pendenza max : 20 % Fondo stradale : sterrato Tempo di percorrenza : 15 min
Tratto Campogrande – sentiero Cardusa ; Lunghezza : 897 m Fondo stradale : asfaltato ; Tempo di percorrenza : 10 min Tratto Necropoli – Contrada Piano ; Lunghezza : 1798 m Fondo stradale : asfaltato ; Tempo di percorrenza : 20 min Tratto sentiero Castello – sentiero Tallarita ; Lunghezza : 485 m Fondo stradale : asfaltato ; Tempo di percorrenza : 5 min