| A poca distanza dall’attuale centro abitato di Tripi. in contrada Cardusa è stata portata alla luce una parte della necropoli dell’antica Abakainon che, per la bellezza e la finezza architettonica dei monumenti funebri sormontati da una stele ’Epitymbion’ di forma rettangolare (segnacoli tombali, in pietra arenaria, posizionati sopra le sepolture) e per la preziosità dei reperti rinvenuti nelle tombe, è stata definita dagli archeologi come il luogo di sepoltura riservato agli antichi cittadini più facoltosi della città. I rinvenimenti effettuati hanno permesso agli archeologi di conoscere alcuni aspetti della vita rituale-funeraria della città siculo-ellenistica, qui si possono riscontrare in lutto un’ottantina di sepolcri oltre ad una serie di colonne scanalate in pietra locale, databili tra la fine del IV e l’inizio del II secolo a.C. Gli abitanti di Abakainon utilizzavano sia l’inumazione che l’incinerazione. Il corpo o fuma venivano riposti nella tomba scavata nella terra e. in alcuni casi, la fossa era delimitala da lastroni di pietra. Questa veniva sigillata generalmente da grossi blocchi di pietra sui quali andava posizionalo un ulteriore blocco o dado di pietra di minori dimensioni, porta-stele a decorazioni modanate dove, a sua volta, si innestava la stele litica vera e propria. Sul blocco porta-stele si possono tuttora leggere i nomi dei defunti seguili spesso da una frase che poteva indicare il mestiere o la gens d’appartenenza o anche un soprannome.
Attualmente, i reperti rinvenuti, destinati a corredo funerario del defunto, quali vasi funerari litici e in bronzo, vasellame, monili e gioielli, trovano collocazione alfintemo del Museo “Santi Fumari”, nel centro di Tripi. |
