La produzione del vino nella Sicilia orientale è precedente alla colonizzazione greca e risale all’età del bronzo. Furono i greci però a introdurre per la prima volta nelI’VIII sec. a. C. nuove tecniche di coltivazione e nuove varietà di vitigni. In epoca romana i vini prodotti in Sicilia vennero esportali e apprezzati a Roma e in tutto il mediterraneo. Con l’invasione araba dell’827 d. C. si ebbe una riduzione della produzione del vino che si intensifico però durante il regno Normanno e Aragonese. In antichità, nel processo di vinificazione, dopo la vendemmia si procedeva alla fase di pigiatura che avvenire in palmenti rupestri. Questi solitamente sono costituiti da due vasche comunicanti tramite un foro, in quella superiore l’uva veniva versata, pigiata, lasciata riposare, e poi in quella inferiore si lasciava defluire il mosto per la fermentazione. Per la spremitura dell’uva poteva essere utilizzata una pressa, applicala nella vasca di pigiatura attraverso scanalature laterali. I palmenti dell’itinerario sono collocati in aree lontane dai centri urbani, là dove c’è la presenza di un banco roccioso di pietra arenaria, e sfruttano nella creazione delle vasche la pendenza naturale della roccia per favorire il deflusso del mosto. La datazione dei palmenti rupestri è quasi sempre incerta a causa del riuso nei secoli, per gli interventi di modifica alla pianta originale, e soprattutto per la mancanza di indagini scientifiche sistematiche.

 

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palmenti rupresti tripi

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38.049542091352, 15.082801838847

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